CDS: “LA RIVOLUZIONE ESTIVA DI SPALLETTI NATA MENTRE ADDENTAVA UN CAMOGLI…”

Di Angelo Tortora

 

Per uscire dagli equivoci (ma subito) e per rimuovere quella specie di coperta di Linus, la prima mossa è stata psicologica:

“Alle undici della sera d’un afoso 6 di agosto, addentando un «Camogli» mentre tornava a casa per starsene un po’ tra le proprie anatre e i suoi cavalli, Luciano Spalletti aveva (ri)scoperto del Napoli tutto ciò che ormai sapeva e che custodiva nel data base della memoria ormai da un anno”. Sul Corriere dello Sport si parla del tecnico azzurro e dell’inizio di questo nuovo ciclo dopo la rivoluzione estiva.

Quella squadra, senza Insigne senza Koulibaly, senza Mertens e senza Ospina, nascondeva dentro di sé la natura sfacciata che appartiene anche al proprio allenatore, una forma espressiva che si coglieva al primo sguardo e una lacuna fisica – in centimetri, in muscoli – che sarebbe stata poi colmata da Ndombele. La rivoluzione era già cominciata, strutturale e caratteriale, e per definirla gli sarebbe servito un tempo fisiologico, azzerato attraverso una intelligenza viva e una varietà interpretativa che Spalletti si porta appresso da sempre. Per uscire dagli equivoci (ma subito) e per rimuovere quella specie di coperta di Linus, la prima mossa è stata psicologica: 

Napoli si portava appresso il possente fardello di una disillusione di massa e, nel caldo umido delle perplessità umanissime che addobbano il calcio mercato, viveva nella diffidenza. Spalletti ha domato frontalmente il venticello (o l’uragano?) della contestazione, ha affrontato quelle serate piene di allusioni e di paure puntando esclusivamente sulla forza persuasiva della fiducia a scatola aperta”.

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