Vi spieghiamo perché è stato fatto un favore alla Juve con la maxi-penalizzazione
Perché dare 15 punti di penalizzazione alla Juve ed assolvere le squadre che hanno partecipato con la Juve alla porcata delle plus-valenze farlocche? Domanda lecita. E’ una questione che manda in bestia i tifosi bianconeri. Non a caso i legali della società torinese hanno immediatamente posto in rilievo questo fatto. Ma possibile che grandi magistrati quali sono i giudici federali possano incappare in un errore del genere? Non è che volutamente, possono pensare i complottisti di altre tifoserie, hanno commesso un errore volontariamente in modo da favorire il ricorso bianconero?
Ora che ci possa essere malafede negli uomini è un dato assodato. Ma in questo caso ci sentiamo di escluderlo. Se la giustizia sportiva avesse voluto salvare la Juve semplicemente non avrebbe chiesto la revisione del processo. C’era già stato un giudizio sulle plus-valenze, tutto ok. Ipotizzare la revisione del processo, per poi fare un errore clamoroso come quello della disparità di trattamento, è folle.
Allora è stato un errore in buona fede? Un errore dovuto per altro al fatto che sia mancato il tempo per riflettere ai giudici, atteso che la sentenza è arrivata 8 ore dopo l’apertura del dibattimento? Mi sentirei di escludere anche questa seconda ipotesi. E’ chiaro che i giudici, e non parlo della procura federale, ma di coloro che hanno emesso la sentenza, sapevano perfettamente come stavano le cose molto prima dell’apertura dell’udienza. Diciamo che se è vero come è vero che solo il 22 dicembre la Procura Federale ha chiesto la revisione, da almeno due mesi, da metà novembre, se non anche prima, in federazione sapevano tutto. Non dimentichiamo che a metà novembre ci sono state le dimissioni di Andrea Agnelli e di tutto il Consiglio di Amministrazione. Si sono dimessi, secondo quando scritto dall’edizione torinese di Repubblica (che per chi non lo sapesse è di proprietà della famiglia…) per evitare un arresto che a quel punto sembrava inevitabile. Agnelli, Nedved e compagnia bella erano a rischio di finire in manette per la possibilità che avevano di alterare le prove e di perseguire nel reato. Dimettendosi hanno evitato, secondo l’edizione di Torino di Repubblica, le manette.
Da tempo, l’ho scritto e l’ho dichiarato anche in TV e in Radio, penso che per aiutare la Juventus la FIGC debba penalizzarla in modo che la penalizzazione sia afflittiva e al tempo stesso le impedisca di partecipare il prossimo anno alle competizioni Uefa. La penalizzazione deve essere afflittiva, altrimenti andrebbe scontata nel prossimo campionato. Una Juve che arrivasse seconda in campionato, con 10 punti di vantaggio sulla quinta, con 9 punti di penalizzazione non perderebbe il diritto a partecipare alla prossima Champions. Non sarebbe una penalizzazione afflittiva, per capirci. Quindi i 9 punti sarebbero da scontare l’anno prossimo.
La Juve al tempo stesso se dovesse maturare sul campo il diritto a partecipare il prossimo anno ad una competizione europea, fosse anche la semplice Conference League, dovrebbe chiedere la licenza Uefa. E, anche se adesso non c’è più il nemico Andrea Agnelli, le probabilità che la Uefa intervenga in maniera drastica sono molto alte. Qualche tempo fa il Parma fu regolarmente iscritto al campionato di serie A. Ma la Uefa non concesse la licenza. La Figc a quel punto fu quasi obbligata a non iscrivere i ducali, che dovettero ripartire dalla serie D. Una Juve che riparta dalla serie D è il sogno di tante tifoserie. Ma oggettivamente non è nell’interesse del calcio italiano.
Ma torniamo a monte: perché i giudici hanno penalizzato solo la Juve e non anche Sampdoria, Atalanta, eccetera, le squadre coinvolte nel sistema Juve? Lo sapremo solo con le motivazioni. O quanto meno vedremo la pezza a colori che verrà messa. Di certo possiamo dire che per quello che si è saputo dalle intercettazioni la storia che non esiste un criterio oggettivo per dare una valutazione ad un calciatore (motivo per il quale si arrivò lo scorso anno alle assoluzioni di tutte le società coinvolte) per la Juve non ha valore. Ci sono le prove che i dirigenti sapevano benissimo che stavano facendo operazioni solo per sistemare i bilanci. Non che ci volesse un genio per capire certe cose. Ma un conto è capire, altro è provare.
Magari per le altre squadre non esisteva la prova. Non ci sono intercettazioni che dimostrano il fatto. Il tribunale del Coni che si occuperà tra due o tre mesi dell’appello, non entrerà nel merito, ma solo in diritto. Nel caso della Juve ci sono le prove di una condotta irregolare, nel caso delle altre magari no. Ed è evidente che se una sola società coinvolta insieme alla Juve riuscisse a dimostrare la mancanza di prove nei suoi confronti, salterebbe tutto.
Qualcuno dirà: essendo chiaro che la Juve non ha agito da solo, la disparità di giudizio non sarà un appiglio per invalidare la sentenza? No, lo diciamo subito. Poiché ci sarà solo la Juve a ricorrere contro la sentenza, i casi delle altre squadre non verranno prese in considerazione. E manca poi un interesse legittimo della società bianconera a tirare dentro gli altri. I legali della Juve dovranno provare a dimostrare che la società torinese è stata vittima di un errore di diritto che l’ha penalizzata, non certamente che altre sono state avvantaggiate.
Restiamo dell’idea che la sentenza di ieri sia un qualcosa che favorisce la Juve. 15 punti di penalizzazione sono in questo momento sicuramente afflittivi, incidono sulla classifica. La Juve non corre il rischio di vedersi penalizzata per la prossima stagione. E se dovesse arrivare in zona Europa League, o magari Conferenze? Tranquilli, c’è sempre l’altro procedimento aperto, quello del falso in bilancio. Con la storia dei debiti con i calciatori non contabilizzati. Anche in questo caso, che è gravissimo dal punto di vista penale, è pronta una penalizzazione. Che sarà tale da non fare qualificare i bianconeri per un torneo Uefa. Se non fosse necessaria, arrivando con questi 15 punti già oltre il settimo posto, magari sarà solo un’ammenda, con la motivazione che la società è stata già penalizzata sportivamente per un reato analogo, verrebbe da dire lo stesso reato.
E’ stato giusto penalizzare la Juve in questo modo, e non, come chiedeva qualcuno, con la retrocessione, o magari la radiazione? Tecnicamente no. La Juve ha sistemato i suoi bilanci in modo farlocco, ed in questo modo ha ottenuto un’iscrizione che non avrebbe potuto avere. Regolamento alla mano era da radiare. Ma non prendiamoci in giro: una società che in 2 anni ha ricapitalizzato per 700 milioni, e che ha emesso bond per quasi altri 200 milioni, non avrebbe avuto alcun problema ad iscriversi alla serie A. Ma la Uefa ha regolamenti diversi, vige il famigerato FFP, il financial fair play. Se la Juve ha fatto ricorso in modo ossessivo a questa pratica è perché voleva vincere la Champions. Da un punto di vista legale la Juve meriterebbe la radiazione. Ma oltre ad un danno per il sistema calcio italiano, sarebbe anche una punizione eccessiva.