CASO COSPITO:GOVERNO ALLE PRESE CON FUGHE DI NOTIZIE E ASSALTO ALLE ISTITUZIONI.

CASO COSPITO:GOVERNO ALLE PRESE CON FUGHE DI NOTIZIE E ASSALTO ALLE ISTITUZIONI.

Di Claudio Greco

Il caso di Alfredo Cospito è al centro del dibattito pubblico da molti giorni ormai e o stesso sta dividendo non poco tutto il nostro paese paese.
Ormai sono circa 100 giorni che l’anarchico abruzzese conduce un fermissimo sciopero della fame al fine di ottenere la revoca del regime carcerario a cui è sottoposto.
Ce da dire che il 30 gennaio scorso il Ministro della giustizia, Nordio, ha deciso per il suo trasferimento dal carcere di Sassari rispetto a quello di Opera a Milano, (dove adesso è recluso) per tutelare al meglio le sue condizioni di salute, riconducibile per l’appunto allo sciopero della fame messo in atto. Il governo dal canto suo però, ha fatto sapere che la revoca del “carcere duro” nei suoi confronti non è neanche in discussione, mettendo in chiara luce una netta posizione di diniego nell’eventuale revoca del 4 bis nei confronti del noto terrorista.
Nel frattempo, sono emersi molti appelli di solidarietà nei confronti di Cospito da parte di politici, società civile e associazioni, ma purtroppo anche alcuni provenienti da diversi gruppi anarchici che non si sono limitati agli appelli, ma che purtroppo hanno dato vita ad una serie di azioni violente contro le nostre istituzioni, in fatti nelle scorse settimane è stata lanciata una “chiamata internazionale all’azione” tramite il web da siti molto riconducibili a movimenti anarchici.
Le azioni e le mobilitazioni avvenute come dicevamo, sono molte come quella avvenuta Venerdì 27 gennaio dove è stato attaccato il consolato italiano a Barcellona, dove sono apparse le scritte ‘LLibertat Cospito’, ‘Estat Italia Assassi’, ‘Amnistia total’, e non solo ma nello stesso giorno è stata data alle fiamme l’auto di un funzionario dell’Ambasciata italiana a Berlino, dunque naturalmente le indagini sui responsabili sono ancora in corso da parte delle autorità locali, eppure la procura di Roma sospetta che siano riconducibili alla pista anarchica.
Nel frattempo secondo il legale di Cospito, Flavio Rossi Albertini, queste dimostrazioni non sarebbero state istigate dal suo cliente.

Intanto il Governo alla fine del Consiglio dei ministri del 30 gennaio, dopo oltre 100 giorni di sciopero della fame dello stesso Cospito, tutto il governo hanno ribadito la linea netta è chiara dell’esecutivo, secondo il quale semplicemente il 41 bis non si tocca.
Intanto l’istanza di revoca nel frattempo è approdata sul tavolo del Ministro della giustizia Carlo Nordio dal 12 gennaio, ma le date e i giorni salienti che determineranno una conclusione per questa vicenda sono due, il 12 febbraio e il 7 marzo, dove nella prima si indica la scadenza del mese di tempo che il Ministro della Giustizia ha per rispondere all’istanza di revoca del 41 bis presentata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dell’anarchico.
Il 7 marzo, invece, i giudici della Cassazione dovranno decidere sul ricorso presentato sempre dalla difesa di Cospito contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato il regime del “carcere duro” per quattro anni e nel frattempo Rossi Albertini ha prontamente dichiarato che il suo assistito continuerà lo sciopero della fame anche nel carcere di Milano.
Naturalmente in tutto il paese, ha assistito alla discussione in Parlamento nata in settimana, che ha visto il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli il quale ha definito Cospito un “influencer della mafia”.
Il deputato fedelissimo della premier Giorgia Meloni, ha nello specifico citato delle intercettazioni che riportavano delle conversazioni tra l’anarchico e alcuni boss mafiosi che il Terrorista Cospito, avrebbe conosciuto nel carcere di Sassari.
L’On.le Donzelli durante il suo intervento ha accusato 4 esponenti del Partito Democratico che hanno nelle scorse settimane, accusandoli di dare appoggio ad un terrorista vicino alla criminalità organizzata. A detta di molti dunque, l’On.le Donzelli, non sarebbe dovuto essere in possesso di quelle intercettazioni che sono a loro volta dei documenti delicatissimi che sono stati consegnati dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria al Ministero della giustizia, pertanto si è scoperto che la fonte del noto deputato è stato il suo collega di partito Andrea Delmastro, che come è noto ricopre la carica di sottosegretario alla giustizia, intanto alla luce di quanto accaduto entrambi i politici, rei di aver compiuto di un atto gravissimo, rischiano di perdere i rispettivi incarichi di governo, o meglio questo è quanto richiedono le opposizioni (mai cosi unite come su questo tema).

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