Il Napoli passa con lode, bocciati invece Ministero, Prefettura e Questura e la loro commedia all’italiana

Ci siamo. L’agognato, e rincorso per lunghi anni, superamento degli ottavi di finale di Champions è oggi realtà. Liquidato con tre secchi ceffoni il pur valente Eintracht di Francoforte, il Napoli è pronto a giocarsi il più ambizioso traguardo della sua storia. Non è mai stata in discussione la qualificazione contro i dententori dell’Europa League. Al ritorno come in Germania, gli azzurri hanno avuto un predominio assoluto sui proprio avversari che non hanno sfiorato nel doppio confronto neppure una rete.

Il Maradona vestito d’azzurro e con l’ennesimo record di incasso è stato testimone di una partita affrontata dal gruppo Spalletti con la massima concentrazione. Il super Napoli non ha concesso neppure un metro o la più banale sbavatura agli avversari. Nonostante il 2 a 0 dell’andata, il Napoli non si è seduto sul pronostico favorevole del passaggio di turno già in tasca, ma ha mostrato ancora una volta un livello altissimo di intensità dal primo al 95′. E con questa testa e questi piedi non è utopico pensare che gli azzurri se la possano giocare alla pari anche con le super favorite per la Coppa dalle grandi orecchie.

E’ stata un’altra serata di goliardia in campo. Le note stonate riguardano invece quanto accaduto nel pomeriggio in città, ben distanti dallo stadio. Choc per le immagini della spaventosa guerriglia urbana che ha messo a soqquadro il centro storico per ore, con gli ultrà tedeschi scatenati e i napoletani impegnati nella caccia all’uomo. Ma su tutto questo disordine pesano l’assurda e discutibile azione delle autorità. Dapprima il Ministero dell’interno aveva vietato la presenza al Maradona dei sostenitori tedeschi, poi il Tar aveva ribaltato tutto, infine la Prefettura aveva firmato a caratteri cubitali il divieto di assistere alla manifestazione per i fans ospiti. Sin qui il classico scaricabarile tipico italico, con un uffico del potere che smentisce ed annulla quanto poche ore prima sancito in un’altra stanza dei bottoni.

Ma è stata la gestione in città dei tedeschi arrivati senza biglietto a provocare un’ondata senza precedenti di polemiche ed errori marchiani. Gli hooligans ospiti sono stati liberi di scorrazzare per il centro, dopo che ingenuamente le forze dell’ordine avevano pensato di tenerli buoni buoni chiusi nelle loro stanze dell’hotel Continental sul lungomare. Forse, sarebbe stato meglio farli andare allo stadio, almeno trasportandoli con largo anticipo sull’orario della partita sarebbe stato più semplice controllarli. Meglio compressi sugli spalti che sparpagliati per i vicoli di Napoli? Forse sì.

Sconvolgente poi la soverchiante, superiorità numerica dei teppisti rispetto ai tutori della legge. Che poco hanno potuto per contenerli se non altro perché in proporzione forse di uno contro quattro o cinque. Nessun papavero della Questura o della  Prefettura aveva pensato di schierare più uomini contro una minaccia che più che incombente era praticamente scontata, si aspettava solo l’ora x dei tafferugli.

Ebbene fra polizia, carabinieri, polizia municipale e Finanza ci si trova sempre in quattro gatti tremebondi contro facinorosi assetati di sangue. Siamo alle solite, si sa bene che l’Italia è l’unico paese europeo ad aver tre o quattro corpi deputati all’ordine pubblico, eppure quando volano botte da orbi i buoni sempre meno numerosi dei cattivi. Per non dire di un’altra pessima usanza delle “divise” italiane: menano e manganellano, a volte, di buon cuore gente inerme che partecipa a manifestazioni pacifistiche, mentre fanno un passo indietro quando si devono confrontare con le frange più violente del tifo. La solita storiaccia dello stato che fa voce grossa con i deboli ma poi si defila davanti ai potenti o peggio ancora a chi può fargli del male. Il patto stato mafia vi ricorda qualcosa?

In molti hanno puntato ancora il dito contro il ministro degli interni, Matteo Piantedosi, già finito nella bufera per la strage dei migranti in Calabria. Come l’ha bollato Calenda “Questurino quando serve moderazione e troppo morbido nei casi in cui occorrerebbe intransigenza”. Insomma, questurino a seconda delle circostanze. Una stonata duttilità che è insita nel Dna dei nostri politici.

Che si torni al calcio giocato dunque dopo l’ennesimo flop dei papaveri in divisa. E’ toccato ad Osimhen sbloccare la partita, equilibrata in avvio con i panzer che tentavano l’impossibile. Ma a concretizzare quello che sembra irraggiungibile per un attaccante normale è sempre lui, l’uomo con la maschera. Sul cross di Politano, Os senza dover prendere alcuna rincorsa decollava da fermo, e restava lassù per un tempo interminabile.  Una messa nel sacco di spettacolarità estrema. Ennesimo gol capolavoro per il nigeriano, che diventa di gara in gara sempre più forte di testa. Avrà visto e rivisto l’impresa di Pelè a Messico ’70. E non è la prima volta che Osimhen imita O’Rey. Il nuovo che avanza, che si avvicina a piccoli passi alle più grandi leggende del calcio, in attesa che lo diventi anch’egli. E’ sulla buona strada, eccome se lo è.

Lo stesso Osimhen raddoppiava su assist di Di Lorenzo, 2 a 0 e partita in naftalina. Zielinski centrava infine il rigore del tris d’assi.

Storico l’approdo ai quarti in una stagione che di normale non ha nulla ed è già pietra miliare nella storia azzurra. Aspettando i sorteggi di venerdì alle ore 12 è lecito, inevitabile, volare sulle ali delle fantasie più sfrenate. Questo Napoli è la grande sorpresa di quest’edizione Champions, così come non ha precedenti la presenza di ben tre italiane fra le prime otto d’Europa. Se si evitassero subito le tre corazzate, City, Real e Bayern chissà che il 10 giugno i napoletani non si possano travestirsi da turchi sulle rive del Bosforo.

 

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