Misericordia: la magia del teatro senza dialoghi

55 minuti di spettacolo. Senza scenografia, con poca luce. Praticamente senza dialogo. A vederla così Misericordia, l’opera di Emma Dante di scena al Mercadante, è un qualcosa di improponibile. Eppure stiamo parlando di una commedia drammatica che ha un suo perché. Che ha tenuto avvinti gli spettatori. E dire che la storia era quanto mai banale, e non c’è stato alcun colpo di scena finale.

Tu chiamala se vuoi la magia del teatro. E’ capitato spesso di assistere a commedie che erano autentici monologhi. E’ la prima volta però che ci è capitato di assistere ad un lavoro senza dialogo. E dire che per il soggetto scelto c’era la possibilità di inserire tante storie secondarie nella trama principale. Nulla di tutto questo.

Tre prostitute e un ragazzo menomato. Il tutto in un ambiente squallido, una casa priva di ogni confort. Il ragazzo è il figlio di una loro collega, morta dopo essere stata colpita violentemente dal padre del ragazzo. Il parto prematuro, e i colpi ricevuti al momento della nascita hanno segnato l’esistenza del nuovo nato. Alla fine le tre donne, che di giorno lavarono a maglia e litigano tra di loro, e la sera di prostituiscono, hanno deciso di ricoverarlo in una struttura. Per loro non è possibile seguirlo.

La trama si è intuita più che altro. Ma era davvero poca roba. Tutta la commedia si reggeva sui movimenti scomposti del ragazzo (bravissimo Simone Zambelli, una prestazione straordinaria anche dal punto di vista fisico), e sul farfugliare delle donne.

Eppure stiamo parlando di una commedia che ha saputo regalare emozioni forti. Un senso di malinconia diffuso. Particolare una scena: dopo che il ragazzo aveva rovesciato una busta di immondizia, le tre donne per circa 5 minuti si sono impegnate a rimettere il tutto a posto. 5 minuti lunghissimi, in un silenzio assordante. Eppure un momento di straordinaria intensità.

Lo abbiamo scritto all’inizio: la commedia è durata appena 55 minuti. Un atto unico, per un lavoro decisamente breve per quelli che sono i canoni tradizionali. Eppure a ben riflettere è stata la durata perfetta. Di più avrebbe annoiato. Sarebbe stato fuori luogo, per una commedia sostanzialmente senza dialoghi. Può piacere o non piacere, su questo non ci sono dubbi. Al sottoscritto è piaciuto. Ma si è trattato di un lavoro diverso,  forse anche solo per questo meritevole di essere visto.

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