Oggi veniva canonizzato: San Francesco di Sales
San Francesco di Sales
8 gennaio 1662, Roma, papa Alessandro VII
19 aprile 1665, Roma, papa Alessandro VII
Fin dai primi anni mostrò spiccata inclinazione al bene, e una grande docilità.
Fece i suoi primi studi ad Annecy, e di qui fu mandato a Parigi. Qui studiò retorica, filosofia e teologia presso i PP. Gesuiti. La sua vita era ritirata: frequentava la chiesa e i Sacramenti; fin d’allora fece il voto di castità.
Compiuti gli studi a Parigi, fu dal padre mandato a Padova per addottorarsi in legge. Quivi Francesco fu esposto a grandi pericoli, cui scampò felicemente con la sua forte volontà e l’aiuto di Dio in cui sempre confidava.
Il padre di Francesco aveva pensato di fare del suo figlio uno dei più stimati gentiluomini della società e gli aveva già ottenuto un posto distinto nel senato di Chambery, mentre gli andava preparando un ricco partito. Francesco invece era chiamato a ben altro, e svelò ogni cosa al suo precettore, incaricandolo di farne consapevole il padre. Molti furono gli ostacoli che i genitori gli opposero, ma vedendolo fermo nel suo proposito acconsentirono alla volontà di Dio.

autore Carlo Maratta anno 1662 circa
Fatto Sacerdote, il Vescovo di Ginevra lo delegò a combattere l’eresia di Calvino, che infestava tutto il Chiablese. Il nostro Santo ebbe da faticare e soffrire molto per quegli eretici, e corse pericolo più volte di essere assassinato, ma la sua grande dolcezza, unita ad uno zelo instancabile e ad una pietà esemplare, vinse i più ostinati calvinisti tanto da convertirne, dicono, 72 mila. Morto il vescovo di Ginevra Mons. Granier, Francesco fu eletto a succedergli.

autore Ubaldo Gandolfi anno 1769
Nel 1610 fondò l’ordine delle Suore della Visitazione, coadiuvato dalla S. Madre di Chantal. Quando sentì di non aver più le forze d’un tempo e che la sua salute deperiva, chiese un aiuto per il governo della diocesi. Nonostante fosse ammalato, salì per l’ultima volta il pulpito di Lione nella vigilia del S. Natale 1622, ma il giorno dopo dovette mettersi a letto, con segni manifesti di apoplessia progressiva. Chiese subito gli ultimi Sacramenti, indi con fervore serafico ripetè alcuni passi della S. Scrittura, finchè il male gli tolse la parola e la vita, la sera del 28 dicembre. Non contava ancora 56 anni d’età, 20 dei quali passati nell’episcopato.
Egli è celebre per la sua incomparabile dolcezza, e per i libri che scrisse, ripieni di unzione divina.
PRATICA. Possiede la carità in grado più perfetto chi procura di condurre a Dio più anime che può, essendo lo zelo della salvezza delle anime il sacrificio più accetto che possiamo fare a Dio (S. Agostino).
PREGHIERA. O Signore, che per la salvezza delle anime, hai voluto che il tuo beato confessore e vescovo Francesco si facesse tutto a tutti, concedi, propizio, che noi ripieni della dolcezza della sua carità, diretti dai suoi insegnamenti e sostenuti dai suoi meriti, conseguiamo i gaudii eterni.
MARTIROLOGIO ROMANO. San Francésco di Sales, Vescovo di Ginévra, Confessore e Dottore della Chiesa, speciale Patrono presso Dio di tutti gli Scrittori cattolici, che con la pubblicazione di giornali ed altri scritti illustrano, promuovono e difendono la sapienza cristiana; il quale se ne andò in cielo il ventotto Dicembre, ma si venera principalmente in questo giorno per la traslazione del suo corpo.
FRASI FAMOSE
- Non bisogna rispondere minimamente né dimostrare d’aver udito quello che il nemico dice.
- Il contadino non sarà mai messo sotto accusa se non ottiene un buon raccolto, ma lo sarà certamente se non ha ben coltivato e ben seminato i campi.
- Diciamo così: Dio è il pittore, la nostra fede è la pittura, i colori sono la parola di Dio, il pennello è la Chiesa.
- Nella santa Chiesa tutto appartiene all’amore, vive nell’amore, si fa per amore e viene dall’amore.
- È necessario sopportare gli altri, ma, in primo luogo, è necessario sopportare se stessi e rassegnarsi a essere imperfetti.
- È sempre molto dannosa quella distrazione del cuore che porta ad avere il cuore in un posto e il dovere in un altro.
- Il Cuore parla al cuore.
- Non è per la grandezza delle nostre azioni che noi piaceremo a Dio, ma per l’amore con cui le compiamo.
- L’amor proprio muore solo quando moriamo noi, e conosce tanti modi di rintanarsi nella nostra anima, che non si riesce mai a farlo sloggiare.
- Accusiamo il prossimo per cose lievi e scusiamo noi stessi in cose grandi.
- Chi conquista il cuore dell’uomo conquista tutto l’uomo.
- Filotea, sii costante e giusta nelle tue azioni: mettiti sempre al posto del prossimo e metti lui al tuo e così giudicherai rettamente; quando compri fa la venditrice e quando vendi fa la compratrice e vedrai che riuscirai a vendere e comprare secondo giustizia.
- L’effetto della pazienza è quello di possedere bene la propria anima; e quanto più la pazienza è perfetta, tanto più il possesso dell’anima diviene completo ed eccellente.
- I piccoli errori commessi all’inizio di qualsiasi impresa, ingigantiscono con il tempo e risultano, alla fine, irreparabili o quasi. Il male è già mezzo guarito quando se n’è scoperta la causa.
- In ogni momento, in ogni circostanza, facciamo appello a questa dolce Madre, invochiamo il suo amore materno e, facendo ogni sforzo per imitare le sue virtù, abbiamo per Lei un sincero cuore di figli.
- Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo.
- È un ottimo segno che il nemico si ostini a bussare alla porta: questo vuol dire che non ha ottenuto quello che voleva.
- Quando si è nell’agitazione è necessario non fare né dire alcuna cosa, se non rimanere fermi e risoluti nella decisione di non seguire le nostre passioni, qualsiasi motivo avessimo per farlo.
- Quel che facciamo per gli altri ci sembra sempre molto, quel che per noi fanno gli altri ci pare nulla.
- Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l’unisce alla devozione.