Ditegli sempre di sì: Eduardo torna a casa, al San Ferdinando. Operazione coraggiosa, ma riuscita

Portare in scena a Napoli, per di più al San Ferdinando, una commedia di De Filippo è un atto di grande coraggio. Il paragone è inevitabile. Ed è terribile. Eduardo è inimitabile, come autore, come regista, ma anche soprattutto come attore. La sua maschera è unica. Per altro anche molti non hanno visto Eduardo dal vivo, è moto ormai 37 anni fa, tutti hanno visto le sue commedie in televisione. Il teatro è magia, ma la televisione, con i primi piani stretti al momento giusto, riesce a rendere visibili particolari che da una platea sfuggono.
Riportare in scena un’opera di Eduardo è un atto di coraggio, ma al tempo giusto è dal punto di vista culturale un’operazione meritoria. Onore quindi a Robertò Andò e alla Compagnia di Teatro di Luca De Filippo che ha deciso di riportare in scena “Ditegli sempre di sì”. De Filippo la compose giovanissimo, quasi 100 anni fa. Una commedia che era soprattutto comica, più tardi il grande drammaturgo napoletano ha messo in scena commedie comiche e impegnate al tempo stesso. Una commedia più “scarpettiana” che alla “Eduardo”.
L’operazione è stata molto gradevole. La gente a distanza di quasi un secolo continua a ridere. Il che sta ad indicare due cose: il testo era un capolavoro, capace di resistere al passare del tempo. E regista ed attori hanno fatto un buonissimo lavoro.
Particolmente bravo Gianfelice Imparato nei panni di Michele Murri, il “pazzo”. Un ruolo difficile, difficilissimo se si pensa che in passato è stato di Eduardo. Lui ha tenuto la scena alla grande, riuscendo a interpretare al meglio il ruolo. Gli occhi di tutti erano su di lui, lui è riuscito ad essere se stesso, dando la propria interpretazione al ruolo. Paragoni con Eduardo non ha senso farne.

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