Marinoni Medea straordinaria nell’incanto di Pompei

Il pubblico è da sempre il miglio giudice per un lavoro teatrale. La reazione degli spettatori durante ed al termine di un qualsiasi lavoro rappresenta il vero metro di valutazione di una rappresentazione. La Medea messa in scena da Federico Tiezzi a Pompei da questo punto di vista ha superato alla grande il giudizio. Promozione sotto tutti i punti di vista. Durante l’atto unico di poco più di 100 minuti non si è sentito volare una mosca. Un solo momento di distrazione, diciamo così, un applauso. Per il resto, oltre 100 minuti, un silenzio assoluto. Alla fine poi tutti in piedi per un applauso interminabile.

C’è da dire un’altra cosa: chi va a vedere un’opera come la Medea di Euripide la storia raccontata la conosce bene. E’ uno spettacolo “duro”, di certo non di quelli messi su per fare cassetta. Chi va a vedere Medea sa a cosa va incontro. Si tratta per altro di uno spettatore di cultura medio elevata, conosce la trama, avrebbe modo di distrarsi senza per altro perdere il filo del racconto. Il fatto che nessuno l’abbia fatto in un teatro stipato fino all’inverosimile è un segnale chiaro che lo spettacolo ha funzionato alla grande.

Laura Marinoni nel ruolo di Medea è stata credibilissima. Padrona della scena, sempre al centro dell’attenzione. Certo l’immagine di una donna dell’antica Grecia è poco verosimile al giorno di oggi. Magari Medea lo era anche ai tempi di Euripide. Una madre che arriva ad uccidere i suoi figli per fare un dispetto al marito fedifrago è contro natura. In ogni caso il dramma di questa donna passionaria è straordinario anche a millenni di distanza. Bravissima la Marinoni, bravi tutti gli interpreti, con una nota particolare per Alessandro Averone nei panni di Giasone, il marito traditore, poi distrutto dalla sua ex moglie con l’uccisione dei figli. Particolare la scelta dei costumi voluta da Giovanna Buzzi, su evidente indicazione del regista. In alcuni casi si trattava di abiti moderni, decontestualizzati rispetto al racconto. Ma è stato un modo per dare attualità, parziale, ad un racconto senza tempo come quello di Euripide.

Ovviamente Pompei è stato palcoscenico perfetto per questo lavoro. Un teatro fantastico, millenario. Per una storia praticamente dello stesso periodo.

Se vogliamo una sola nota stonata: due repliche sono davvero poche. Ma è stato già un miracolo quello fatto dalla Fondazione Teatro di Napoli nell’essere riusciti quest’anno a mettere in cartellone Pompei, dopo il taglio di contributi. Uno spettacolo del genere avrebbe meritato almeno una decina di repliche. Uno spettacolo da vedere. Del resto anche a Siracusa era stato un grande successo.

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