Seven Tales of Guilt – Giacinto Piracci

Auditorium Novecento
Via Enrico De Marinis, 4.
Mezzocannone. Banchi nuovi.
In fondo al cortile di un vecchio ed elegante palazzo nel vicolo di fronte alla Mensa Occupata trova sede un auditorium di discreta capienza e dall’acustica all’altezza delle sofisticate aspettative di chi è appassionato di musica e della sua fedele riproduzione.
E’ in questo luogo di cordiale accoglienza e devoto ascolto che Giacinto Piracci ha presentato la sua ultima registrazione – Seven Tales of Guilt – in formazione a sette.
Sette nomi, sette strumenti, sette professionisti delle sette note, sette universi che avvolgono il loro estro, i loro progetti e le loro esperienze musicali intorno all’idea di Giacinto Piracci, alla traccia da lui delineata nella ricerca e nello sviluppo di – come lui stesso rivela, nel presentare il lavoro – precise sonorità, diverse da quelle sinora sperimentate.
L’Auditorium Novecento non è luogo solo per addetti ai lavori o per chi desidera un drink ascoltando musica da intrattenimento.
La sala è piena. Fino a pochi minuti prima dell’inizio è necessario aggiungere sedie che riempiono gli ultimi spazi vuoti. Il pubblico è quello che ti aspetti. Chi frequenta quella parte del Centro Storico conosce la leggerezza di chi vive libero.
Ci sono uomini, donne, ragazzi soli, in gruppo, coppie. Atmosfera rilassata e complice. Le voci che aleggiano nelle luci soffuse del palcoscenico raccontano di esperienze musicali, idee, obiettivi; oppure sono voci che sorridono, salutano, si avvicinano, col garbo e l’educazione di chi attende qualcosa di importante. Chissà quanti talenti, in chissà quante arti, siedono in quella sala.
Molti gli incontri illustri presenti in sala.
Gli strumenti sono già esposti.
La chitarra di Giacinto occupa un posto centrale. Mentre i musicisti – alcuni dei quali sedevano poco prima tra il puibblico – prendono posto, il brusio lascia il posto al rumoreggiare emozionato di chi ha atteso, e attende.
La formazione completa il suo schieramento.
Giacinto, non senza emozione, presenta il suo lavoro dando rilevanza ai compagni di avventura per evidenziare – per coloro che non ne fossero a conoscenza – il nome ma sopratutto il loro valore, la loro posizione nel panorama musicale.
Se li incontri per strada o a un bar potresti pensare che Giulio Martino è un fisico nucleare… e invece Giacinto lo definisce – in maniera diretta e decisa, con poche parole – il miglior sassofonista in Italia (stasera al sax tenore e soprano), docente presso il Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli; Luigi di Nunzio … uno studente di architettura, e invece viene acclamato come giovanissimo sassofonista dal talento scintillante (stasera al sax alto); Francesco Desiato potresti individuarlo come un doppiatore di cinema … e invece Giacinto lo pone alla ribalta – insieme ai suoi flauti basso, alto, baritono e chissa quanti altri – come persona che sprizza musicalità persino dalla sua barba; da Ergio Valente, “un pezzo del mio cuore” (sono parole emozionate del padrone di casa) ti aspetteresti di vederlo guidare un torpedone per giovani turisti da Napoli a Barcellona … invece siede con autorità al pianoforte e, nonostante la giovane età, gli viene affidato un ruolo non facile nell’economia musicale della formazione; Umberto Lepore, in un’altra vita, lo vedresti maestro elementare con decine di bambini intorno, incantati e attenti … invece Giacinto ne rivela la grande affinità umana oltre che musicale, un suo fratello minore, che con il suo contrabbasso si fa spazio – discretamente – tra i colleghi, senza togliere visibilità a nessuno e senza sgomitare, ma facendo venir fuori il suo innegabile talento; Leonardo De Lorenzo, “compagno di mille avventure … ne abbiamo combinate tante” (è così che Giacinto ne colora la sagoma, lasciando intendere che le loro avventure passate non sono limitate solo al campo musicale ma alla crescita di ragazzi divenuti uomini) dietro una batteria aperta, visibile, accogliente offre – con autorità e intesa – ritmo e ordine al gruppo attraverso una ininterrotta invenzione, un parto continuo, instancabile … mentre potresti pensarlo professore di filosofia nella vicina sede storica dell’università di Napoli.
Persone comuni: talenti stellari. Marziani.
Giacinto Piracci, docente presso il prestigioso Conservatorio G. Martucci di Salerno, discreto e sempre gentile, solido, autoritario ed estroso; traballante di emozione nel raccontare del negozio di suo padre a via San Biagio dei Librai, presenta brevemente ad uno ad uno i brani pur confessando che per alcuni sente di non possedere gli strumenti emotivi adatti a presentarne la nascita e i riferimenti personali.
“Dovrei essere Beethoven per trovare le parole giuste …” (G.P.).
E allora meglio suonare, meglio lasciare alla sua chitarra il compito di far venire a galla quello che è ben riposto nel cuore e nelle dita di un musicista raffinato e competente quale Giacinto si dimostra qualsiasi sia la formazione o la partitura che sceglie di suonare.
C’e spazio per tutti.
Le composizioni aprono e chiudono finestre dalle quali entra aria buona, luce chiara, suoni inconsueti per chi non è avvezzo a un genere musicale che si nutre di estro e improvvisazione. Il fascino collettivo è raccolto dai continui viaggi in cui – a turno – i musicisti si imbarcano.
Leggeri e affascinanti vanno, tornano, escono fuori dal gruppo: si ritrovano. Sembra vadano soltanto lì dove li porta la loro anima: eppure tutti hanno dinanzi spartiti, fogli di carta con tanti segni strani che per loro è lingua, è vita, e li riportano in un luogo dove sanno di dover tornare: e suonano insieme.
Uno stormo di storni, quegli uccelli di città, che si compone, scompone, assume forme sinuose alte nel cielo; uno stormo che sembra disgregarsi e sparire ma poi – all’improvviso – lo rivedi, diverso, più vicino, più lontano, in un vai e vieni che sembrerebbe non voler mai finire.
E’ la seduzione dell’arte e di chi dell’arte fa la propria vita.
Seven Tales of Guilt è disponibile su tutte le piattaforme.
Chi come noi è ancora legato al supporto fisico della musica, acquista un cd che racchiude musica, passione ma soprattutto il talento di musicista e compositore di Giacinto Piracci, che non smette di produrre musica, insegnare (anche al di fuori le mura di un’aula); di vedere opportunità nel nutrito panorama musicale partenopeo e nazionale; di affiancare nomi affermati a talenti in crescita; di sperimentare nuovi progetti anche al di fuori dei confini nazionali, ed esprimere il proprio talento musicale in diverse formazioni e luoghi della città, da quelli storicamente dedicati alla musica … al teatro

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