Libidine violenta, da martedì al San Ferdinando

L’assurdo testuale, fatto oggetto di visitazione scenica. E, ancor prima di visitazione scenica, evento di ingoiamento e re-ingoiamento – da parte degli attori – della scrittura medesima di cui è fatto quell’assurdo. Come se si trattasse di un succulento e pantagruelico pasto, solo fatto di parole e non di cibo. Rito linguistico autocannibalico per eccellenza, prima ancora che drammaturgico; deliberatamente ispirandosi e collegandosi a un precedente lavoro teatrale di Enzo Moscato, Recidiva del 1995, Libidine violenta si propone di esserne l’ante o post factum, indifferentemente. Autonutrendosi dal principio alla fine di allucinazioni, idiosincrasie, mitomanie verbali, accennate e vissute come se fossero la più normale condotta linguistica di vita – nel caso specifico: di scena – lo spettacolo è un omaggio spassionato al puro non-sense; un ilare attentato commesso sul corpo asfittico della banale e comune significazione che, di questi tempi, è piuttosto di casa nel teatro nostrano.

Un allestimento visionario e provocatorio, dai toni allegri e farseschi, tra il ‘camp’ e il postmoderno, per celebrare, attraverso le figure sghembe, frangibili e parossistiche di Moscato e dell’autore-attore franco-argentino Copì, vero ispiratore dell’opera, la messa a rogo della ‘ragion pura’ a favore dell’incoercibile trasgressione pulsionale.

LIBIDINE VIOLENTA
testo e regia Enzo Moscato
con Giuseppe Affinito, Luciano Dell’Aglio, Tonia Filomena, Domenico Ingenito, Emilio Massa, Enzo Moscato, Anita Mosca
scena Luigi Ferrigno
costumi Dario Biancullo
organizzazione Claudio Affinito

produzione Teatro Metastasio di Prato, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del Contemporaneo

Durata: 1 ora e 15 minuti (atto unico)

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