Il Napoli si rialza. Bella risposta ai gobbi ladroni

Il Napoli sebbene con qualche affanno ritrova le proprie certezze. Prima vittoria dell’anno nuovo, una siringa di positività dopo la nefasta sera del Meazza. Il 2 a 0 sulla Samp, è stato accompagnato da un’assoluta superiorità di campo, di possesso palla e di palle gol. Non si è visto in un Marassi in lutto il miglior Napoli, ma è stato pratico e vincente. Sullo stile della Juve di Allegri, prossima avversaria al Maradona in un anticipo che si preannuncia se non decisivo fortemente simbolico e vitale per la lotta scudetto.

Non poteva non vincere il gruppo Spalletti. Anche perché l’Inter si è complicata la vita a Monza, il Milan è stato rimontato come un pollo, ma la Juve ha messo una marcia alta. Spalletti non può non guardare dietro con più di una preoccupazione. Il suo Napoli ha portato a casa i tre punti, missione riuscita. Per il resto però aleggia più di un’inquietudine. L’edizione 2023 del Napoli è per ora molta lontana dall’incantevole formazione di qualche mese fa. A Genova, tante palle perse, troppe le circostanze favorevoli per chiudere la partita però tutte sprecate, sino al secondo rigore. Kvara molto in ombra. Il georgiano deve recuperare autostima, coraggio e serenità. Non è chiaro se in questi primi 180′ sotto la sufficienza ci siano ragioni di condizione fisica o psicologica. Le cronache da Castelvolturno lo davano in competa guarigione dopo il fastidioso malanno alla schiena. Eppure Kvaradona fatica un mondo a saltare l’uomo, i dribbling non gli riescono più bene come appena pochi mesi fa. E anche in fase di rifinitura e di conclusione è imballato e pasticcione. Avrà tempo per rifarsi, eccome. Due rondini che volan basso non fanno una stagione.

Si sappia comunque che il sogno scudetto non può fare a meno del miglior Kvara. Di colui che sin qui ha illuminato e fatto la differenza con un rendimento di una continuità sconvolgente. Il vero valore aggiunto del Napoli è stato sinora lui. Che Eupalla gli ridia lo smalto dei giorni migliori.

La sfida di Marassi è apparsa subito in discesa, per il rigore dopo cinque minuti: ma l’accidente era dietro l’angolo e Politano lo sbagliava. Grazie agli Dei del Calcio però c’è Osimhen e la sua zampata rimandava le critiche al mittente: 1-0 su notevole ispirazione di Mario Rui. Appena per pochi minuti la Samp ha trovato stimoli e coraggio e creato qualche pericolo a Meret. Poi causa un fallaccio sul nigeriano è rimasta in 10.

Secondo tempo. Purtroppo Kim non al meglio restava negli spogliatoi. Dentro Rrahmani. Sostituzione cautelativa. Gli azzurri si sono incollati la palla ai piedi, ma sono stati imprecisi cronici. Decine di palloni sparati contro la porta di Audero, nessuno decisivo. Tiri fiacchi e prevedibili. Mancanza assoluta di creatività. Poca foga agonistica. Della serie sotto i tre punti nulla o quasi. Ma poi è piovuto dal cielo il secondo penalty. Elmas l’ha realizzato alla perfezione. In precedenza i doriani avevano perso smalto e Meret avrebbe potuto trasformare la sua presenza in campo in uno stacco aperitivo.

Tutto bene quel che è finito bene. Ristabilite lunghe distanze sull’Inter e sul Milan. L’antinapoli oggi è la rediviva Juve di Allegri. Una squadra che quando sembra data per spacciata nella lotta ai vertici ecco che rinasce dalle proprie ceneri. Contro l’Udinese ha centrato l’ottava vittoria di fila e senza prendere neppure un gol. Si presenterà al Maradona con arroganza e nobiltà tutte sabaude. Il presagio è di un venerdì 13 alla Stephen King.

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