Ritornanti: alla Sala Assoli con Moscato si tocca con mano la magia del teatro

Tu chiamala se vuoi “Magia del teatro”.

E’ la sensazione con la quale lasci la Sala Assoli dopo aver assistito a “Ritornanti”, lo spettacolo di Enzo Moscato. Perché di questo si tratta, di magia, la magia del teatro. 70 minuti ricchi assolutamente di nulla. Non c’è scenografia, solo poche luci, due leggii, un paio di manichini che penzolano.

Non ci sono costumi di scena. Non c’è una trama. Nulla di nulla. Nonostante tutto ciò il tempo vola via, la rappresentazione finisce e solo in quel momento riesci a distogliere l’attenzione dal palco.

Non c’è una trama. Nell’insieme si tratta di due monologhi di Enzo Moscati. Due racconti assolutamente poco credibili, per altro anche abbastanza scontati. Due monologhi di cui per altro non si capiscono neanche tutte le parole. Si parla in italiano, in un napoletano datato, in inglese, addirittura ci sono alcuni momenti di greco antico. Ma il problema non si pone affatto.

La magia è tutta nella voce, a prescindere dalle parole effettive. E’ chiaro che una cosa del genere non è da tutti. Ci vuole una presenza sul palco di un attore capace di fare del proprio timbro di voce lo spettacolo. Enzo Moscato ha questa capacità. Ed è riuscito a fare un qualcosa accattivante. Merito suo, e merito della magia del teatro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

RSS
Follow by Email
Pinterest
LinkedIn
Share
Instagram
Telegram
WhatsApp
FbMessenger
Tiktok