La strage dei migranti, il conformismo dei perbenisti e quei codardi dei gaurdacoste

Siamo tutti sotto choc. O almeno lo sono quelli che hanno un’anima, non i perbenisti, i falsi moralisti, gli assembleisti borghesi, quelli della serie la mia famiglia e basta, i miei figli sono tutto e i negri possono crepare all’inferno. Quelli a lettere maiuscole, il resto è nulla noi e basta, ffanculo. La tragedia del barcone degli esseri umani in Calabria (il termine migranti noi non lo usiamo, lo lasciamo ai media appecorati al sistema, ndr) è quanto di peggio possa essere accaduto in Italia negli ultimi anni. Innanzitutto ne viene fuori una scandalosa gestione della macchina dei soccorsi. La carretta del mare era stata intercettata 24 ore prima del disastro da un aereo. Quindi era stato allertata la Guardia Costiera e presumibilmente la Gdf.

Le cronache dei giornali raccontano che i mitici guardiacoste stavano per intervenire, ma causa il mare molto agitato non sarebbe stato possibile prestare soccorso. Balle spaziali. Non è vero. Nulla di più falso. Il mare era tempestoso ma non tale da impedire una manovra di soccorso. Mare forza quattro. Il Mediterraneo non è il Golfo di Biscaglia. Potevano fare molto di più, ma non l’hanno fatto. Perche? Le chiavi di lettura sono due sudditanza o incompetenza. Si rincorrono inquietanti indiscrezioni secondo le quali la Guardia Costiera avrebbe ricevuto precisi e perentori ordini dal Ministero degli Interni di starsene in porto. Di lasciare la carretta al suo destino. Ciò è in linea con la politica intollerante e xenofoba del Governo Meloni. Non è stata quindi una catastrofe dovuta al caso ma favorita dalla omertà delle istituzioni italiane.

Seconda chiave di lettura l’incompetenza. La Guardia Costiera spesso ha mostrato spesso inefficienza e pressapochismo. Sarebbero usciti ma non sarebbe stato possibile l’intervento. Altre falsità di serie A. Se una caretta del mare, un peschereccio infradicito di 20 metri con 200 persone a borso è riuscito a navigare dalla Turchia alle coste calabre, come è possibile che tecnologiche e moderne motovedette si siano cagate sotto nel prestare soccorso a pochi metri dalla riva. Essì, ci sfianchiamo di ribadire che la tragedia è avvenuta a poca distanza da una spiaggia sabbiosa non da una scogliera impetuosa, e quindi ogni litorale piatto è più facile da approcciare di una montagna a picco sul mare. Incapacità e codardia. Ricordiamo che la Coast Guard stanutinense ha effettuato nell’oceano atlantico soccorsi pazzeschi con onde di 20 metri, saranno mica esseri bionici. O forse gli italiani sono coglioni paurosi.

Capitolo informazione peggio che mai. I giornali di opposte fazioni si sono trovati, chissà perché, stranamente concordi nella descrizione del caso. Una par condicio della sottomissione alle istituzioni. Della serie i leccaculo sono sempre alleati. La Repubblica scrive “non è stato possibile prestare soccorso per il mare troppo agitato” e il Giornale ribatte, servo devoto del verbo meloniano, “Le motovedette sono rientrate a causa delle condizioni del mare avverse”. Perfetta sintonia fra opposte fazioni. Tutti concordi nel porsi proni al cospetto dei poteri forti, ovvero ministero, prefetti, questori, alti papaveri ed uffciali dei guardacoste. Le divise non si discutono. Si leccano e basta. Se i giornali anti governo avessero voluto battere sulla passività della Guardia Costiera avrebbero potuto fare uno scoop mondiale. Ma nulla. Sempre politcally correct. Eppoi elemosinano lettori ad un euro al mese. Ben vi sta se non si abbonano alle vostre squallide edizioni on line.

Il valore delle nostre eroiche divise che fine ha fatto?. Immaginiamo il primo scenario, ovvero quello dei guardacoste che avrebbero ricevuto dall’alto, dal Ministero, l’ordine perentorio di star fermi. Si sarebbero inchinati al potere come il dirigente della Questura di Milano ai tempi del caso Ruby: rilascia in libertà una persona in stato di fermo perché il potente presidente del consiglio ti chiama e tu obbedisci come un servo. Capitolo burattini del sistema. Marcio che fa fuori Falcone e Borsellino per poi sedersi al tavolo delle trattative con i poteri mafiosi.

Valutiamo invece l’ipotesi che il capo supremo della Guardia Costiera in Calabria avesse risposto picche ad un ordine di restar fermi dal Ministero. Se costui avesse tirato fuori gli attributi alla chiamata degli alti vertici: io ordino di soccorrere la carretta a costo di perdere la mia poltrona. Poi se mi trombate io rendo di pubblico dominio le pressioni ricevute e vi sputtano tutti. Sarebbe stato un dirompente scoop giornalistico per il primo che l’avesse intercettato.  Ma gi italiani li conosciamo. Il posto e il prestigio prima di tutto. Pagnottisti o complottisti. Che dir si voglia semplicemente codardi. Soprattutto i papaveri in divisa. Le nostre forze armate? Quelli che depistarono la verità sulla strage di Ustica. Ffanculo please.

Dove sta la verità? Che quasi 150 innocenti sono morti, disperati alla ricerca di un barlume di speranza in un’Europa con un passato coloniale ed arrogante. E l’Italia sempre più razzista ed intollerante ha le sue colpe. Cari connazionali ricordatevi di quando i vostri avi arrivavano ad Ellis Island a New York. Storia non opinioni. Le opinioni le lasciamo all’informazione perbenista che vi prende per i fondelli ogni giorno: Repubblica della banane, Corriere delle Menzongne e affini. Siamo un popolo di emigranti che un giorno s’è destato dall’incubo ed ha scelto la strada peggiore, quella del male e del razzismo.

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