Kvara regala al Napoli uno dei gol più belli della nostra storia. Ormai è quaS…i fatta

Il terzo scudetto, ancora ipotetico ma sempre più vicino, del Napoli passerà sicuramente per la vittoria (2 a o sull’Atalanta) tiratissima in una partita rognosa per quasi un’ora, sbloccata ed orientata da una rete che rimarrà negli annali azzurri. Essì, quello di Kvara è stato uno dei memorabili capolavori dell’epopea Napoli, di quei gol che volano ai posteri, destinati a esser rivisti centinaia di volte in immagini di repertorio magari sbiadite dal tempo.  Il dribbling funambolico del georgiano passerà di generazione in generazione, in quei racconti dei nonni ai nipotini, conditi dall’immancabile io c’ero.

Ma al di là della prodezza del singolo, conta di più lo sprint prodigioso del gruppo Spalletti che è andato a nanna coccolandosi i 18 punti di vantaggio sull’Inter, incespicata in modo grossolano nell’ennesima trasferta da incubo. Le distanze sulla seconda si allungano o comuqne ritornano salde come due turni fa, con la differenza che il 4 giugno si avvicina. E non è poco. Anche perché nessuna delle inseguitrici è lontanamente paragonabile al Napoli, alla sua inestimabile qualità tecnica e alla furia agonistica di tutti i presenti in campo che in vantaggio di due gol rincorrono gli avversari come se dovessero rubargli dai piedi il pallone della vita.

Eppure la sfida con i ragazzoni di Gasperini non era cominciata secondo il più intonato degli spartiti. Nel primo tempo era evidente la  difficoltà a tirare in porta. Kvara ed Osimhen faticavano a saltare uomo. Il georgiano era sempre raddoppiato nella marcature se non triplicato. Tutto il gioco del Napoli meno fluido del solito. Il saggio Gasp l’aveva insomma preparata alla perfezione. Aveva studiato con attenzione le mosse di Sarri che otto giorni prima avevano imbrigliato la manovra del Napoli. Con la sottile differenza che la Lazio aveva pressato molto alta, mentre i bergamaschi si sono schierati un po’ di metri arretrati a difesa della propria area. E per i primi 45′ il pressing degli ospiti ha tolto respiro ed idee ai fantasisti di Spalletti. Anche i muscoli orobici hanno frenato l’uomo mascherato in più occasioni.

In molti al Maradona hanno temuto la riedizione di Napoli-Lazio, metteva apprensione l’Atalanta difendente più bassa dei biancocelesti, ma alla stregua del gruppo Sarri che non concedeva spazi. Gasp li ha schierati con marcatura ad uomo. E si è visto.

Ma ogni gol è sempre un’invenzione, la sovversione di ogni codice e regola. Alcuni poi lo sono molto più degli altri, tanto da entrare nella leggenda del calcio.  E così Kvara di pura invenzione ne ha fatto uno alla Messi o alla Mbappe, tanto per rimanere nell’attualità e non scomodare i mostri sacri del passato. Danza, caracolla sulla palla, ne ha messi a sedere due o tre, e la piazzava nell’angolo più remoto dove ogni attaccante ripone i sogni più belli. Sbloccata una partita complessa e fastidiosa.

Poi, ko kim che non rima con la lettera kappa ma con sfiga, però poi Rrhamani si arrampicava sulla nuvoletta e t’inventava il classico testa-rete del difensore. Tre punti in saccoccia e si vola di nuovo.

Un plauso accademico a Gollini che a un soffio dal calcio d’inizio ha avuto la sorpresa di dover sostituire l’infortunato Meret. Sicuro di sè, risolutivo in almeno un paio di interventi, ha saputo dare serenità ed equilibrio al reparto. Un ottimo acquisto anche in chiave futura. Commoventi anche le sue dichiarazioni a fine gara. Ragazzo autentico e dall’animo sensibile, oltreché valido portiere.

Il vantaggio sulle ex rivali ormai è un oceano di grande bellezza. Le si chiama ex, in quanto nessuna in serie A è oggi in grado né di tenere il passo del Napoli, né di pensar di poter recuperare anche solo qualche striminzito punticino. Un peluche virtuale di indubbia dolcezza a pochi giorni dallo storico traguardo del probabilissimo approdo ai quarti di Champions. E anche questi saranno storia come il super gol di Kvara che ha deciso la partita forse crocevia della corsa tricolore.

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