Napoli la serata è da brocchi. E attenti a quel precedente con Pioli…

Fischi e pernacchie per una volta sono inevitabili a far da colonna sonora alla peggior serata della capolista Napoli, da agosto ad oggi mai così bistrattata da alcun avversario. Stavolta, le parti si sono tragicamente invertite, una commedia degli equivoci in pieno stile: il Milan ha indossato i panni degli azzurri, super concentrato, aggressivo, veemente, determinato, una forza mentale e fisica da manuale; mentre il Napoli ha somigliato in maniera imbarazzante alla versione più scialba del gruppo Pioli di questa stagione, cioé sfilacciato, distratto, inconsistente.

E’ finita con un risultato impensabile alla vigilia, un poker da elettrochoc che non cambia nulla nella cavalcata trionfale verso il terzo scudetto, ma deve suonare come campanello d’allarme soprattutto in previsione della doppia sfida di Champions che è appena dietro l’angolo.

Il grande terrore della vigilia incombeva sul come se la potessero cavare gli orfani di Osimhen, uno di quelli che come la metti e la giri è oggi insostituibile da chiunque. Ebbene se la sono vista molto peggio di quanto la si potesse pensare in male. In fase offensiva il Napoli è stato leggerino. Uno su tutti Simeone impalpabile. Per una volta che l’argentino è partito titolare è rientrato a testa bassa negli spogliatoi e con un votaccio in pagella, di certo non solo per colpa sua ma anche per la carente banda del mutuo soccorso dei compagni.

Ma la partita è stata decisa soprattutto  in mediana. Lì il Milan ha fatto grande densità, e a centrocampo e gli azzurri sono andati in bambola. Sotto tono Anguissa e Zielinski. Spesso perdenti nei duelli individuali, e imprecisi negli appoggi.

E dire che nei primi minuti , il Napoli si è rimboccato le maniche e l’aveva buttata subito sul ritmo e la rapidità di manovra. Ma il Milan spietato, con un’autostima da oscar e veemente come nei suoi giorni migliori è andato in vantaggio con una cucchiaiata de Leao, beneficiato di una di quelle che quando ti riescono di Diaz. Accidenti è stato 0-1. Poi è stato lo stesso Diaz a far due. Cribbio che inizio choc per gli azzurri, mai in questa stagione così sotto bastone.

Nella ripresa gli azzurri han fatto un po’ di baruffa, ma soprattutto fuffa, ed il Milan è stato micidiale e ne ha fatti altri due, sottomettendo la retroguardia degli azzurri finita fra le nuvole. A giustificazione della pochezza invece in avanti del Napoli, ci sono state le tante palle alte lanciate in area per le quali è mancata la capoccia ultraterrena di Osimhen.

Cert’è che l’assenza di un singolo, benché fuoriclasse conclamato, non può essere la sola causa di una debacle tanto eclatante. Si ricordi che ad inizio stagione il lungo infortunio del nigeriano non aveva rallentato la sfrenata corsa degli azzurri che fra Raspadori e Simeone avevano fatto cose da matti. Evidentemente da allora alcune cose sono cambiare, gli avversarti hanno preso in parte migliori misure? Le statistiche dicono che per il Napoli è il terzo kappao in scontri diretti: Inter, Lazio e Milan. Di cui le ultime due nel giro di ochi giorni.

La straordinaria serata dei ragazzi di Pioli riapre del tutto pure il pronostico della doppia sfida di Champions League. Che vedeva il Napoli strafavorito sui discontinui rossoneri e che ora alla luce di quanto accaduto al Maradona, di quello 0 a 4 che fa venire i brividi anche al più impavido degli ottimisti, è tutto da rivedere. Anzi, i rossoneri avranno il beneficio del fattore psicologico a favor loro, invece sul Napoli graveranno le pressioni di dover dimostrare che è stato solo un incidente di percorso. Spalletti dovrà vestire i panni del volenteroso psicologo e ridare serenità e fiducia al suo gruppo, e fargli capire che si è trattato solo di un giorno di ordinaria follia. Nulla di altro.

Cosa potrebbe influenzare ancora i 180′ dei quarti. Che l’ambiente Milan è abituato a cerre sfide da alta tenbsione, quello del Napoli non ancora, nonostante la splendida spavalderia dei giovani di Spaletti. E’ solo una ipotesi che sfiora il pessimismo più acuto ma che non va esclusa. E’ una chiave di lettura con la quale Spaletti e i suoi dovranno fare i conti e prender contromisure. In primis lavorandi di nervi.

Infine, un ricordo storico a favore ancora di Pioli, al tempo alla guida del Bologna. Ad inizio 2013 fra campionato e Coppa Italia espugnò per ben due volte in pochi giorni l’allora San Paolo, ai danni del buon Mazzarri. Ripetendo due partite fotocopia l’una dell’altra, Spalletti è quindi avvisato. L’attuale tecnico campione d’Italia ha preparato al massimo delle proprie possibilità e in ogni dettaglio, curato maniacalmente, il duello del Maradona. E sa come ripetersi, forse. Che il vate toscano studi da subito efficienti contromisure, altrimenti questo volpone se lo mette in saccoccia un’altra volta se non due. La corsa scudetto del Napoli è una delle pagine più belle della storia della serie A, ma la golosissima occasione di far carriera in Europa può, per irripetibili congiunzione, di astri e di sorteggi esserlo alla pari.

 

 

 

 

 

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