Il Rigoletto “ridotto” convince: grande performance di Juan Possidente

Il Rigoletto è uno dei capolavori di Verdi. L’idea di portarlo in scena in un contesto atipico come quello del Cortile delle Statue già è abbastanza audace. Per di più si è trattato di una riduzione, i tre atti originali sono stati tagliati drasticamente. Insomma il rischio era alto. Alla fine però la scelta è stata premiata. Il pubblico presente ha applaudito convinto, ed il giovane maestro Alfonso Todisco è stato quasi obbligato ad un bis. Il giovanissimo direttore, appena 29 anni, è stato sempre presente, impegnando anche il suo fisico nella direzione dell’orchestra.

Magari ai cultori della lirica la cosa non sarà piaciuta, ma ha funzionato. Anche grazie alla presentazione di Enzo Viccaro, che tra un’aria ed un’altra ha tenuto il filo della storia. Il fatto che i 13 personaggi dell’opera verdiana siano diventati 4 ha ridotto la durata dell’opera, non la sua drammaticità. Anche l’assenza di costumi avrebbe potuto ridurre l’impatto emotivo sul pubblico, ma alla fine non è stato così.

Bravissimo Juan Possidente. Il baritono lucano oltre ad una voce straordinaria ha provato a calarsi nel personaggio di Rigoletto al 100%, assumendo anche un atteggiamento da gobbo. In questo si è notata la differenza con il tenore, Stefano Sorrentino, che interpretava il Duca di Mantova. Lui, come del resto il soprano Carmela Orsato, e Tonia Langella, rispettivamente Gilda la figlia di Rigoletto e Maddalena, la donna che avrebbe dovuto contribuire all’assassinio del Duca, hanno fatto un “concerto”, non hanno recitato. Magari è corretto che abbiano avuto questo tipo di atteggiamento, atteso che si trattava di un evento concertistico, e non di un’opera lirica. Sta di fatto che Possidente è parso più calato nella parte.

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